La pandemia ha cambiato le nostre vite ed ha alterato la nostra percezione nell’abitare le città metropolitane. Così, durante il primo lockdown nel 2020, con la fuga dalle città per raggiungere le seconde case in montagna, al lago, al mare, gli italiani hanno riscoperto quelle aree marginali meglio note come “aree interne o entroterra”. Complice lo smart working, anche quei territori un tempo dimenticati e snobbati hanno assunto una nuova dimensione del mercato immobiliare.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito alla nascita dal nulla di onniscienti discepoli che profetizzavano una nuova vita per le aree rurali, solamente per un elementare, quanto ingenuo, processo di sottrazione: non posso più occupare le città a causa della pandemia, i comuni costieri della Liguria costano troppo, allora vado a occupare altri territori da tempo disabitati, con le mie idee smart, senza conoscere quali fattori, per lo più negativi e di sistema, le caratterizzano. Ed ecco sorgere dibattiti totalmente privi di basi sociologiche e culturali che denotano soltanto scarsa conoscenza dei territori, della loro storia e delle radici culturali che li caratterizzano.
Se leggiamo i dati delle aree interne, si delinea un quadro che ci fa comprendere immediatamente la realtà delle cose: in Italia 10 milioni di abitanti vivono in aree interne carenti di servizi e infrastrutture; 16 milioni di abitanti vivono in province molto deficitarie e prive di servizi pubblici di ogni genere.
Purtroppo negli anni si sono susseguite politiche sbagliate che hanno favorito l’abbandono delle aree alpine e appenniniche, senza ricambio generazionale, senza risolvere i problemi legati alle infrastrutture di base (strade, ospedali di primo soccorso, scuole).
Mercato immobiliare dell’entroterra ligure
Dalla Nota Territoriale di Statistica del compravenduto in Liguria, elaborata dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate e dai Dipartimenti Provinciali del Territorio, è emerso che nell’area della Città Metropolitana di Genova nel corso del 2021 sono state effettuate 1295 compravendite nelle cosiddette “aree dell’entroterra”, rappresentando l’1,79% dell’IMI (differenza % tra il compravenduto e lo stock immobiliare), ed analizzando in maniera analitica i dati si ha evidenza di quanto in appresso:
- Val Petronio 106 NTN (numero di transazioni normalizzato)
- Valle Stura 122 NTN
- Valle Scrivia 693 NTN
- Val Fontanabuona 374 NTN
In Italia vi sono stati diversi casi dove architettura e politica hanno determinato il recupero edilizio e sociale di una serie di paesini dimenticati, attraverso progetti mirati a rivitalizzare borghi e frazioni dimenticate. Grazie al lavoro sapiente dei progettisti, si è manifestata la rivalorizzazione di singole porzioni di paesi, differenziandone le funzioni, riattivando sia la condizione demografica sia un’economia di sussistenza, consentendo così a luoghi abbandonati di ritornare alla vita.
La Borgata Alpisella di Garessio ed il progetto Selucente
Se le aree interne non sono attrattive per i progettisti, esistono comunque realtà interessanti come è accaduto recentemente con il recupero della borgata Alpisella di Garessio, in provincia di Cuneo, sulle Alpi Liguri al confine tra le province di Savona ed Imperia, con il progetto Selucente.
Curato dallo Studio di Architettura Officina82 degli architetti Fabio Revetria e Lara Sappa, gratificati anche con il prestigioso premio di architettura internazionale “BIGSEE – Tourism Design Award Winter 2022” a Lubiana.
In quella che era la piccola chiesa della piccola località è stata ricavata l’accoglienza dei turisti, mentre nella restante parte dell’area sono state allestite la Glam Box e la StarBox.
La GlamBox è un modulo ricettivo in legno ispirato all’architettura rurale delle Alpi Liguri. Le sue aperture, così come i tagli nella copertura, offrono una vista privilegiata sul paesaggio circostante. La particolarità di GlamBOX è il letto, pensato su ruote per essere comodamente portato sulla pedana antistante e ammirare il cielo stellato.
La Starbox è invece l’esperienza glamping più innovativa del momento, una casetta in legno col tetto apribile per stare sdraiati sotto il cielo stellato.
Un progetto innovativo che dimostra quanto sia fattibile per i piccoli borghi italiani una possibilità di rinascita sociale ed economica, dovuta in particolare al forte sviluppo della richiesta turistica.
L’Italia è costellata di tanti piccoli borghi storici medievali, ma anche da tanti piccoli comuni, entro i 5000 abitanti. Questi, sebbene privi di interesse storico e artistico, costituiscono quel nucleo importante per la vita sociale e produttiva del nostro paese, spesso afflitti da un’economia spenta e da un mercato immobiliare da tempo in crisi.
Basterebbero davvero pochi, ma significativi progetti di riqualificazione, come quello raccontato, per garantire una ripresa economica di quei territori, evitare lo spopolamento e far ripartire il mercato immobiliare turistico. Occorre fare sistema, ma tutti assieme, le Istituzioni, gli amministratori locali e tutti gli stakeholder che compongono il mercato immobiliare.
Agente immobiliare certificato – Segretario nazionale FIAIP