Affitti brevi e case vacanze, quale futuro dopo la fine del lockdown?

Chiusi nelle nostre case

Chiusi da settimane dentro le nostre case, al sicuro dal virus che circola là fuori, molti di noi immaginano le loro future vacanze, sognando week end rilassanti, o avventurosi, coccolati in camere diverse dalle nostre che molto spesso, ormai, ci sembrano opprimenti a causa della reclusione forzata.

Ma forse questi rimarranno sogni ad occhi aperti, o chiusi in qualche cassetto ancora per un po’, perché molto è cambiato da quando l’epidemia è entrata nella quotidianità.

Potremo pensare di entrare in una casa vacanza, o in una camera d’albergo, senza che ci sorga il timore del contagio?

E allora, come reagiranno gli host, ovvero i proprietari che hanno deciso di affittare ai turisti i propri alloggi, all’azzeramento degli incassi e alle disdette delle prenotazioni? Come faranno fronte alle spese di ordinaria e straordinaria amministrazione, di tasse (IMU, Tari) e costi fissi delle utenze?

Il default degli affitti brevi

Prendendo spunto da un interessante articolo di Paola Dezza su Plus24-Il Sole24ore, possiamo fare assieme qualche considerazione e fornire qualche facile e pratica soluzione per risolvere questi problemi.

 

Negli ultimi anni il settore di mercato dedicato alle locazioni brevi è cresciuto in maniera esponenziale anche nella nostra città. Perchè è cresciuto questo fenomeno? Diversi proprietari hanno convertito in affitti brevi gli immobili che locavano come prima casa o a studenti. Altri si sono avvicinati all’acquisto per investire nella locazione turistica.

 

Tutti attirati da:

  1. alta redditività;
  2. immobile facilmente disponibile e riadattabile alle proprie esigenze;
  3. azzeramento del rischio di morosità;

Oggi, però, questo comparto è completamente fermo a causa dell’emergenza sanitaria che lascerà sicuri strascichi anche nel prossimo futuro.

 

Cosa posso suggerire, quindi, a un proprietario che si rivolge alla nostra agenzia?

La soluzione al tuo problema

Cambiare vocazione locativa all’alloggio e scegliere di affittare l’immobile ad uso abitativo, ad esempio con un contratto concordato transitorio, risolvendo così il problema di chi non vuole legarsi ad un inquilino per un periodo di tempo molto lungo.

Questo tipo di contratto ha una durata massima di 18 mesi, può essere stipulato se ricorrono le seguenti condizioni:

  1. l’inquilino deve avere la residenza al di fuori dal Comune dove è ubicato l’alloggio;
  2. deve sussistere un motivo di “transitorietà”.

7 Steps

Per arrivare alla stipula del contratto transitorio, cosa ti servirà?

  1. Elaborazione della scheda del canone che, in base alle caratteristiche intrinseche dell’alloggio e ad alcune caratteristiche estrinseche di zona, determina un importo minimo/massimo entro i quali potrà essere scelto il canone di locazione;
  2. Pubblicazione dell’annuncio di locazione dell’immobile su siti web specializzati (agenzia immobiliare/portali di annunci);
  3. Ricerca e selezione dei potenziali inquilini;
  4. Redazione del contratto;
  5. Registrazione telematica del contratto presso l’Agenzia delle Entrate;
  6. Vidimazione del contratto presso Associazione Proprietari/Inquilini per poter usufruire delle agevolazioni di aliquota IMU;
  7. Comunicazione via Pec al Comune.

Questi 7 passi costituiscono una strategia efficace ed immediata per dare valore al tuo patrimonio immobiliare.

Evita Carnicella ingauna di nascita genovese di adozione, dopo la laurea in economia e commercio inizia il suo percorso professionale presso uno studio di dottori commercialisti dove si occupa del comparto immobiliare. Intraprendente e decisa a seguire la sua vocazione si specializza nel settore immobiliare, superando dapprima l’esame di amministratore condominiale e poi di agente immobiliare. Paziente e sensibile, sempre pronta ad ascoltare le esigenze di chi cerca e vende casa, affronta ogni situazione con grande entusiasmo.